Venerdì della seconda settimana di Avvento: Il Cantico dei Cantici - Dio insegna all'anima come pregare
Scrittura
Cantico dei Cantici: 2:3-6
Come un melo tra gli alberi del bosco,
così è il mio amato tra i giovani.
Con grande piacere mi sono seduta alla sua ombra,
e il suo frutto era dolce al mio gusto.
Mi ha portato al banchetto,
e la sua intenzione verso di me era l’amore.
Sostenetemi con l’uva passa,
rinfrescatemi con le mele,
perché sono debole d’amore.
Oh, se la sua mano sinistra fosse sotto il mio capo
e se la sua mano destra mi abbracciasse!
Riflessione
La grande mistica Santa Teresa d’Ávila diceva che nel Cantico dei Cantici il Signore insegna all’anima come pregare. “Per quanti sentieri, in quanti modi, con quanti metodi ci mostri l’amore! …in questo Cantico dei Cantici insegni all’anima cosa dirti… Possiamo fare nostra la preghiera della Sposa”.
Riesci a immaginare di pregare il Cantico dei Cantici, in tutto il suo linguaggio e le sue immagini amorevoli, desiderose e tattili? Se Teresa ha ragione e questo è il tipo di linguaggio in cui Dio desidera sentir parlare l’anima, forse dobbiamo cambiare radicalmente la nostra percezione di cosa significhi amare ed essere amati da Dio. La preghiera come ricerca appassionata, come desolazione nell’assenza dell’amato e come estasi nel ritrovarlo: questo tipo di preghiera sembra assolutamente fuori dall’esperienza quotidiana. Potrebbe persino sembrare innaturale, irriverente. Forse non sorprende che delle centinaia di passi dell’Antico Testamento utilizzati nelle letture per le domeniche e i giorni santi del Lezionario cattolico, non sia incluso nemmeno un passo del Cantico e che solo due passi siano utilizzati nel Lezionario comune riveduto. Eppure questo tremendo canto è sempre stato accettato come Sacra Scrittura.
Il Cantico dei Cantici trova eco nella Chiesa ortodossa orientale. Le funzioni che si tengono dalla domenica al martedì sera della Settimana Santa sono chiamate “funzioni dello sposo” perché il tema centrale è “Ecco, lo sposo viene”. Il Cristo della Passione è il Cristo che si muove verso l’unione con l’amato. Egli è anche il Cristo della Seconda Venuta, per il quale dobbiamo essere pronti e preparati. Il fulcro delle cerimonie è il bellissimo Inno di Kassiani del IX secolo, che descrive la donna che unse i piedi di Gesù. È uno dei grandi inni della Chiesa orientale. Il canto non accompagnato risuona nella chiesa poco illuminata, immergendosi e impennandosi in grandi onde sonore, sfumate e appassionate.
Non è difficile immaginare la donna nella casa di Simone che prega il Cantico dei Cantici. “Quanto è migliore il tuo amore del vino! La fragranza dei tuoi profumi più di ogni sorta di spezie!”.
Preghiera
Signore, ora leggerò il Cantico dei Cantici e sentirò le tue parole, piene di amore e di desiderio, rivolte direttamente a me. Lo pregherò, non come preghiera di intercessione, ma come preghiera di comunione.
Amen
Gloria a te, Padre, fonte di tutto l’essere,
a te, Gesù, Verbo fatto carne,
a te Spirito Santo, Consolatore,
come era prima dell’inizio del tempo,
è ora e sarà nel futuro.
Amen.