Martedì della prima settimana di Avvento: Con Cristo nel deserto
Presenza
“Il mondo è pieno della grandezza di Dio”. (Gerard Manley Hopkins)
Mi soffermo per un attimo sulla presenza di Dio intorno a me, in ogni parte del mio corpo,
e nel profondo del mio essere.
Scrittura
Marco 1:9-13
In quei giorni Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato da Giovanni nel Giordano. E mentre usciva dall’acqua, vide i cieli squarciarsi e lo Spirito scendere come una colomba su di lui. E venne una voce dal cielo: “Tu sei il Figlio mio, l’amato; con te mi sono compiaciuto”.
E lo Spirito lo spinse subito nel deserto. Rimase nel deserto per quaranta giorni, messo alla prova da Satana, in mezzo alle bestie selvatiche, e gli angeli lo attendevano.
Riflessione
La seguente riflessione di P. Francis X Clooney, SJ, è apparsa sulla pubblicazione dei gesuiti America Magazine il 26 febbraio 2012:
“Pensaci: dopo e non prima del Battesimo, della discesa dello Spirito su di lui e della voce celeste, ma prima di iniziare a predicare, Gesù va nel deserto. È come se dovesse stare da solo, per comprendere il dono che ha già ricevuto. O meglio, non va di sua spontanea volontà, ma “spinto dallo Spirito”. Il mio pensiero, quando ho predicato questa mattina, è che potremmo provare questo approccio… aspettare lo Spirito e vedere dove lo Spirito ci porta, in termini di solitudine, preghiera, penitenza, deserto e abbondanza…
“Marco non menziona il digiuno, né mette in risalto le difficoltà del deserto, il caldo e il freddo, l’aridità, ecc. Dice solo che Gesù era “con le bestie selvatiche”. Anche se questo potrebbe essere un riferimento obliquo al Salmo 91, le semplici parole ci fanno bene: essere dove sono le bestie selvatiche, fuori dalla civiltà, oltre i limiti di ciò che normalmente facciamo e ci aspettiamo. Con le bestie – metaforicamente, forse, le parti più selvagge di noi stessi, parti di cui potremmo normalmente avere paura: i nostri desideri o le nostre brame, le nostre rabbie o le nostre paure, le nostre depressioni o i nostri sogni sregolati…
“Marco non fa menzione di tre tentazioni e possiamo lasciare da parte questo famoso trio. Tutto quello che sappiamo è che Gesù fu “tentato da Satana” e “atteso dagli angeli”. È come se Gesù, da solo in quel deserto in cui lo Spirito lo ha spinto, pazientando con le sue bestie selvagge, fosse tentato e consolato, trascinato verso l’oscurità e invitato a tornare alla luce, avanti e indietro, forze opposte che lo attiravano da una parte e dall’altra, mentre lui osservava, osservando tutto ciò che accadeva. Si tratta, ovviamente, di qualcosa di già noto negli Esercizi Spirituali di Sant’Ignazio: osserva le tue desolazioni e le tue consolazioni; nota dove Satana si intromette nella tua vita; e gioisci dei piccoli e sottili doni degli angeli ministri”.
Preghiera
Signore, questo Avvento mi aiuta a stare con le mie bestie interiori – non contro di loro, né cacciandole, né aggrappandomi a loro, né fuggendo da loro. Aiutami, alla maniera ignaziana, a osservare le mie desolazioni e le mie consolazioni, a notare dove Satana si intromette nella mia vita e a gioire dei piccoli e sottili doni degli angeli ministri, nella fiducia che in tutto questo tu mi parlerai.
Amen
Gloria a te, Padre, fonte di tutto l’essere,
a te, Gesù, Verbo fatto carne,
a te Spirito Santo, Consolatore,
come era prima dell’inizio del tempo,
è ora e sarà nel futuro.
Amen.