La meraviglia del nostro universo
I “saggi” sono noti anche come magi, dal termine greco magos, che può essere tradotto come astronomo, stregone o veggente. Il termine magi si riferiva a un gruppo di sacerdoti persiani o babilonesi che studiavano le stelle e i pianeti per discernere il significato degli eventi cosmici. Negli ultimi anni sono state avanzate molte teorie per spiegare il fenomeno della stella che i magi seguirono fino a Betlemme, dalla Cometa di Halley (visibile intorno al 12 a.C.), a una nuova stella, a un allineamento tra Giove e Saturno. Gli scienziati imparano sempre di più sull’universo, sulle stelle, sui pianeti e sulle galassie. Se dovessimo alzare la più piccola moneta verso una sezione del cielo notturno, l’area che copre potrebbe contenere la luce di milioni e milioni di stelle, molte delle quali non esistono più. Nel 2003-4, il telescopio Hubble, in orbita intorno alla Terra, ha scattato una foto di una simile porzione di cielo. L’Hubble Ultra-Deep Field è un’immagine di una piccola regione dello spazio nella costellazione di Fornax, contenente circa 10.000 galassie, ognuna delle quali contiene 100.000 milioni di stelle come il nostro sole. L’immensità del nostro universo può essere troppo grande per noi.
Crediamo in un Dio che ha dato vita a tutto, dal momento della creazione, quando è iniziato il nostro universo. Per i magi, la meravigliosa luce del cielo li condusse alla luce del mondo, la speranza dell’umanità. Questo è qualcosa da celebrare.
Tríona Doherty e Jane Mellett, Il fondo del mondo: Un viaggio con i Vangeli della domenica nell’anno di Marco