“Riprendersi” in Quaresima
A cosa rinunci per la Quaresima?” ‘Ai dolci!’. Infantile? Certo. Da bambino, però, stare quaranta giorni senza dolci era un impegno serio. Il giorno di San Patrizio era l’unica luce in un viaggio apparentemente senza fine di privazione di dolci.
C’è molto di più nella Quaresima. Il bambino che è in noi può rinunciare ai dolci, ma la parte fedele di noi è chiamata a un luogo di riflessione e di pentimento, dove si fa il punto della situazione e si accetta ciò che si trova, un magazzino da cui si tira fuori il vecchio e il nuovo, dove si possono trovare i ricordi di giorni più pieni di fede e innocenti, quando andare in chiesa e benedire il viso veniva naturale.
Oltre alle “rinunce” per la Quaresima, c’è spazio anche per le “riprese”? Assumere una visione più positiva, riprendere l’invito alla Messa domenicale? C’è spazio nel cammino quaresimale per un po’ di giustizia sociale, di solidarietà, di carità, di volontariato? Spazio per fare la differenza nella vita degli altri? Forse, se riusciamo a perdonare un po’, ad amare molto, a condividere di più, a pregare sinceramente, a essere coinvolti, scopriremo che invece di rinunciare ai dolci, una dolcezza spirituale, un vero senso di benessere, ci avvolgerà.
Vincent Sherlock, Il Messaggero del Sacro Cuore, febbraio 2023