Ringraziare

Se fosse l’ultima sera della mia vita e dovessi affrontare una morte terribile, penserei a ringraziare? È più probabile che io sarei un relitto snervato! Se mi trovassi di fronte a migliaia di persone affamate e avessi solo cinque pani e due pesci, mi verrebbe un pensiero di gratitudine? Probabilmente precipiterei nel panico! Gesù ha ringraziato. Questo mi riempie di stupore. È un segno della sua fiducia illimitata nel Padre. Se ringraziate il Padre in una situazione terribilmente difficile, evidentemente vi fidate enormemente di lui. Tutto ciò che Gesù aveva tra le mani era radicalmente insufficiente, ma la gratitudine amorevole di Gesù apre la porta all’abbondanza, perché la sua gratitudine permette alla generosità del Padre di manifestarsi. Se ringraziate quando tutto intorno a voi sta cadendo a pezzi, questo atto di ringraziamento vi aiuta a tenere insieme le cose e a tenere insieme anche voi stessi.

Estratto da Il Padre nostro consapevole di Thomas J Casey SJ (pp.101-102)

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Il linguaggio dei sentimenti

Pregando l’esame di coscienza riflettiamo sui diversi sentimenti che ci suscitano. Consolazione e desolazione non sono stati spirituali rari: sono sentimenti e stati d’animo che invece sperimentiamo continuamente. Spesso ne perdiamo la consapevolezza mentre procediamo con le nostre attività quotidiane. Nell’esame di coscienza osserviamo consolazione e desolazione con attenzione. Dove abbiamo incontrato Dio nella nostra giornata? Lo troviamo in quei momenti in cui ci siamo sentiti felici, gioiosi e in pace. Lo troviamo anche in quei momenti di ansia e tristezza, perché è proprio in quei momenti che abbiamo bisogno di Dio.

Ciò che facciamo ed il corso dei nostri pensieri sono di grande importanza. Ma prima chiediamoci come ci sentiamo. Lì, “nel profondo della nostra affettività”, troviamo lo Spirito Santo che ci muove con forza.

Estratto da Una semplice preghiera che cambia la vita di Jim Manney (pp. 43-44)

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Tu sei l’amore riversato

Signore, è bello chiacchierare e non vedo l’ora di incontrarti. Permettimi di iniziare raccontandoti il mio più bel pensiero su di te. Conosco la bella affermazione di San Giovanni, secondo cui “Dio è amore” (1 Giovanni 3:8; 16). Ma il tuo amore non può essere considerato statico. È sempre riversato, inesauribilmente e abbondantemente. Tu stesso hai usato il termine “versato” nell’Ultima Cena, ho notato. Spesso lo Spirito Santo viene descritto come “riversato” su tutti.

Estratto da Io sono infinitamente amato: Un mese di meditazioni di Brian Grogan SJ (P.10)

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La trasformazione dei fallimenti

Gli errori debbono essere una fonte di apprendimento e di crescita. Gli errori sono occasioni per tornare a Dio in modo sottomesso e certamente umile in cerca del perdono e della forza che egli sempre ci trasmette e che ci aiuta a muoverci su strade migliori. Una delle migliori narrazioni nel Nuovo Testamento sul tema del fallimento si trova nella parabola del Figliol Prodigo, o del Padre che perdona, come viene sempre più spesso conosciuta. Quando il figlio ribelle, che ha realmente combinato un grosso pasticcio, torna dal padre in cerca di perdono per i suoi errori, leggiamo la seguente reazione del padre nei confronti del figlio: “Lo abbracciò e lo baciò”.

Che bello avere un Dio che ci abbraccia e ci bacia quando sbagliamo e chiediamo il suo perdono! E quale modo migliore di essere testimoni della sua presenza nel mondo se non quello di fare lo stesso per gli altri nella nostra vita?

Estratto da Più a fondo nella confusione: Pregare nei momenti difficili di Brendan McManus SJ e Jim Deeds (p.25)

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Come Ignazio di Loyola può aiutarci oggi

Ignazio ci dà indicazioni utili e pratiche su come interpretare i nostri stati d’animo per vivere appieno la vita, valorizzando al meglio i tanti doni che ci sono stati dati. Ci incoraggia a scoprire chi siamo veramente e cosa vogliamo veramente dalla vita. Vuole che, come dice il poeta Walt Whitman, “componiamo la canzone su noi stessi”. Ignazio, che è anche consapevole di quanto nelle circostanze della vita riceviamo dalle mani di un Dio amorevole, ci spinge a considerare i modi più appropriati per restituire parte di ciò che ci è stato dato sostenendo i nostri compagni di viaggio sul cammino della vita, specialmente quelli indeboliti dalle sfide del viaggio.

Estratto da Percorsi di decisione, con Ignazio di Loyola di Jim Maher SJ (p.8)

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Ricorda che sei amata …

Nell’essenza degli Esercizi Spirituali troviamo la relazione con Gesù e la consapevolezza che Gesù ha sofferto ed è morto per me personalmente. Questa consapevolezza cambia tutto: rendersi conto di essere amati e di valere la pena di morire è liberatorio e trasformativo. A volte ci vuole un grande evento esistenziale o un momento di crisi per rendersi conto di questa fondamentale intuizione cristiana, cioè che ci sono limiti a quello che riusciamo a fare con le nostre forze ed al nostro ego e che la libertà consiste nel donarsi totalmente a questo Dio d’amore.

Estratto da Fratelli in armi di Brendan McManus SJ (p.71)

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Trovare Dio nel quotidiano

Sant’Ignazio diceva che Dio tratta direttamente con noi e cerca sempre di raggiungerci, quindi il nostro compito è quello di riconoscere dove Dio è presente nella nostra vita quotidiana. Anche nel caos delle cose, nella sporcizia e nel fango delle cose, Dio è sempre presente. Questa consapevolezza può essere inaspettata, ma è liberatoria. Il nostro compito è capire dove Dio ci chiama e imparare a rispondere, aiutandoci a trasformare le situazioni in cui ci troviamo. Non ha senso pregare le stesse vecchie preghiere nello stesso vecchio modo, nel momento in cui Dio aspetta una nostra risposta creativa e sta cercando di fare qualcosa di nuovo con noi. È un’avventura verso l’ignoto per la quale possiamo imparare dalle persone sagge che ci hanno preceduto, ma è anche un’avventura in cui dobbiamo fidarci del nostro istinto ed essere fiduciosi che Dio ci stia offrendo nuove possibilità. Fate in modo che le vostre preghiere siano reali, sentite e basate sulla vostra esperienza, e affrontate l’ignoto. Dio sta aspettando.

Estratto da Più a fondo nella confusione: Pregare nei momenti difficili di Brendan McManus SJ e Jim Deeds (pag.

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Non è quello che mi sarei aspettato …

Aspettative eccessive e la ricerca spasmodica della ripetizione di esperienze passate possono trasformarsi in attaccamenti dannosi che ci intrappolano nel passato e che ci impediscono di essere aperti alle nuove realtà. Se non vengono riviste criticamente, le nostre aspettative possono divenire degli idoli che dominano i nostri pensieri e ci tolgono la pace: queste aspettative devono essere necessariamente verificate alla luce della realtà per poterle risolvere. La libertà ignaziana è l’opposto: accettare liberamente le nuove condizioni come doni, senza essere limitati da preconcetti o aspettative, per trovare la novità di Dio nelle situazioni del presente.

Estratto da Fratelli in armi di Brendan McManus SJ (p.39)

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Visitare e condividere nel periodo di Natale

Non ci rendiamo quasi mai conto di ciò che assorbiamo, mentre a modo nostro visitiamo le case degli altri: quelle degli amici e dei familiari, quelle degli sconosciuti e dei vicini di casa, quelle dei compagni della nostra comunità ecclesiale e magari le comunità di altre fedi con le quali abbiamo condiviso le principali celebrazioni delle nostre rispettive religioni. Mentre bussiamo alla porta o suoniamo il campanello, magari con in mano un regalo o un biglietto d’auguri, forse potremmo dedicare un pensiero a questo incontro di Maria ed Elisabetta: l’assenza di gelosia, la gioia genuina di essere insieme parte del mistero del sorprendente piano di Dio, la possibilità di condividere con un sorriso e un’emozione e, sì, una benedizione, con qualcun altro la cui vita in quel momento sta incrociando la nostra. Forse non abbiamo molto da dare, ma come ricorderemo tutti dall’ultima strofa del canto natalizio “In the bleak mid-winter”, è il nostro cuore il tesoro più grande, che possiamo donare al Cristo-bambino condividendo con gli altri ciò che abbiamo.

Estratto da In viaggio verso la luce: Letture quotidiane per l’Avvento e il Natale di John Mann (p.67)

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Alla ricerca di un mondo di giustizia e di pace

L’umanità ha la memoria corta e immagina che gli invulnerabili di oggi resteranno per sempre al potere, ma la storia dimostra che l’unica roccia vera ed eterna è quella del Signore. Il cristiano, nella sua ricerca della comprensione della venuta del Messia, riceve immagini da una comunità di fede ebraica che aveva la visione di un mondo di giustizia e di pace. Cristo possedeva quelle immagini e noi abbiamo ricevuto l’eredità del regno fondato sui principi che egli ha mostrato e insegnato fin dal giorno della sua nascita e verso i quali continuiamo a essere attratti.

Estratto da In viaggio verso la luce: Letture quotidiane per l’Avvento e il Natale di John Mann (p.14)

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