Il dono più grande
Silvano Fausti SJ ha scritto una versione della storia di Natale che è molto popolare nelle scuole elementari italiane. Caleb era il più povero dei pastori vicino a Betlemme in quella notte santa. Aveva solo due pecore. Quando l’angelo apparve ai pastori e disse loro di andare in città per trovare il loro Salvatore in una mangiatoia all’interno di una grotta, essi raccolsero rapidamente dei doni, qualsiasi cosa fosse a portata di mano. Uno ha porto’ un pollo, un altro del pane appena sfornato e un altro ancora un cesto di frutta. Caleb li seguì ma, essendo così povero, non aveva alcun dono da portare.
Quando i pastori raggiunsero la grotta, entrarono, ognuno con il proprio dono, inginocchiandosi davanti a Gesù. Presto arrivarono altre persone, ognuna delle quali portò qualche dono per onorare il sacro bambino. Caleb rimase lontano, troppo imbarazzato per avvicinarsi alla scena a mani vuote.
Maria e Giuseppe si sentirono sopraffatti dai loro visitatori. Fu difficile gestire la folla e tutti quei regali utili, soprattutto perché anche Maria teneva in braccio Gesù. Notando Caleb in piedi a una certa distanza, con le mani vuote e l’espressione triste, gli chiese di avvicinarsi e poi gli mise il bambino in braccio mentre lei sistemava i regali. Le mani di Caleb non erano più vuote. In effetti, avevano in mano il dono più grande di tutti.
Anche se abbiamo poco o nulla da offrire al Signore questo Natale, quella povertà, di per sé, può essere un dono sufficiente per accogliere il Figlio di Dio.
Estratto da Il Messaggero del Sacro Cuore, dicembre 2023