Vai ora a Betlemme
Il Natale è spesso descritto come una stagione “magica”: i raduni festivi, le canzoni e i film, l’eccitazione sui volti dei bambini la mattina di Natale, le tradizioni che ci portiamo dietro dall’infanzia – tutto questo evoca forti emozioni. Ma c’è qualcosa che trascende tutto questo, ed è la nota storia dei pastori.
Circa 2.000 anni dopo, la nostra routine quotidiana viene messa in pausa dall’arrivo del Natale e da questa “buona notizia di grande gioia” (Luca 2:10). Come i pastori, siamo invitati a uscire dalla nostra vita quotidiana, con le sue sfide e le sue preoccupazioni, e ad “andare ora a Betlemme”, per incontrare il bambino Gesù nella mangiatoia in tutta la sua novità e vulnerabilità umana. Viviamo in un mondo che può sembrare sempre più incerto, oscuro e spaventoso. Non possiamo sfuggire alle notizie quotidiane di guerre, carestie, sparatorie di massa, attacchi odiosi alle minoranze, notizie preoccupanti sul nostro clima e sul nostro pianeta. È importante impegnarsi, ma la raffica di cattive notizie può lasciarci in ansia per il futuro e per la sicurezza nostra e dei nostri cari. Questo giorno di Natale abbiamo l’opportunità, come i pastori, di uscire dalla nostra routine e visitare il presepe. Questa scena ha ancora il potere di commuoverci e stupirci. Portiamo con noi le nostre preoccupazioni e ansie e forse possiamo lasciarle lì per un po’ mentre, come Maria, riflettiamo profondamente e facciamo tesoro di questo mistero di Dio con noi. Il mondo sarà ancora lì come un posto a cui tornare, come lo fu per i pastori, con una nuova prospettiva e una rinnovata speranza.
Estratto da The Deep End: Un viaggio con i Vangeli della domenica nell’anno di Marco di Tríona Doherty e Jane Mellett