Gesù mi considera suo amico

È molto intimo pensare a me stesso come a un amico di Gesù, uno a cui egli rivela la verità spirituale. Un amico mi ascolta, mi sta vicino quando la vita è difficile e quando non sto bene. L’amicizia di Gesù – il mio legame con lui – è la chiave per rendere fruttuosa la mia vita, nonostante le mie imperfezioni e ho molto da apprendere. Che tipo di frutto sono chiamato a portare?

Estratto da Sacred Space: A Little Book of Encouragement editato da Vinita Hampton Wright (p. 114)

Per saperne di più

Tu mi appartieni

Amato Signore, l’immagine del divino che ho più presente è quella di Gesù. Tu sei accessibile per me attraverso tuo Figlio. Egli appartiene alla razza umana: è uno di noi, come diciamo noi! Così, quando voglio sapere come sei, posso andare nei Vangeli e vederti agire nella persona di Gesù. Apprendo come tu tu relazioni con me osservando come Gesù si relaziona con quelli che ha incontrato. Egli è il volto visibile del divino: il volto del Padre si riflette in Gesù perché Gesù ha sempre lo sguardo rivolto a te. Io stesso potrei risplendere un po’ di più se solo tenessi il mio sguardo su di te come fa Gesù.

Estratto da I Am Infinitely Loved: A Month of Meditations di Brian Grogan SJ (p.12)

Per saperne di più

Preghiera

Ci sono tanti modi di pregare tante quante sono le persone e trovare il nostro stile di preghiera come connessione con Dio è un dono. Ad alcuni piace camminare in riva al mare o su una montagna impervia e assaporare la bellezza del creato recitando un salmo come musica di sottofondo, per aiutare a esprimere la meraviglia per la grandezza e il mistero dell’universo. Molti si allontanano dalla preghiera nella errata convinzione che per presentarci a Dio dobbiamo sempre indossare il vestito della domenica, cioè essere impeccabili. Veniamo a Dio così come siamo, con tutti i difetti, allo stesso modo in cui andremmo dal medico per ottenere mezzi di guarigione. Non si tratta di avere una casa pulita che arrivino gli addetti alle pulizie. È un’amicizia in cui le arie e le grazie sono escluse, perché possiamo ingannare noi stessi, ma non possiamo ingannare Dio. È utile ricordare che Dio ci ama non per le nostre buone azioni, ma per quello che siamo, un membro della famiglia di Dio, anche se non siamo consapevoli di questo fatto.

Estratto da Reimagining Religion: A Jesuit Vision di Jim Maher SJ (p.45)

Per saperne di più

Momenti di consapevolezza

Gesù, aiutami a continuare a seguire le tue trasformazioni per essere attento agli infiniti modi in cui sei presente a me. Non voglio perderti quando passi. Ti sei spogliato della gloria divina diventando proprio come noi, quindi c’è voluto un enorme salto di fede perché la gente ti identificasse e dicesse: “Guarda, ecco il Figlio di Dio”. E poi è arrivata la tua Passione. Il tuo travestimento era ormai completato. I suoi nemici hanno detto: “Scendi da quella croce, allora crederemo alle tue affermazioni”. Ma non l’hai fatto. Hai mantenuto il tuo travestimento. Se tu eri Dio, allora sembrava che Dio fosse morto.

Ma poi sei risorto, per poi travestirti di nuovo: come il giardiniere, come il viandante sulla strada di Emmaus, come il visitatore che chiede qualcosa da mangiare, come la figura in piedi sulla riva del lago all’alba. Hai dato dei suggerimenti: il tuo messaggio di pace, il tuo perdono, il tuo modo speciale di spezzare il pane, le tue ferite – questi hanno aiutato i discepoli dubbiosi, ognuno a suo tempo, a raggiungere il loro momento di consapevolezza. Una rivelazione così lenta è una gentilezza per noi che non riusciamo a sopportare troppa realtà?

Estratto da I Am Infinitely Loved: A Month of Meditations di Brian Grogan SJ (p.56)

Per saperne di più

Esiste una unica spiritualità cristiana o molte?

Potrebbe accadermi che io sia così commosso dalla compassione che osservo nella persona e nel ministero di Gesù che questa compassione diventi la pietra angolare della mia spiritualità. Tutta la mia vita diventa un’espressione della compassione che scorre in me. Essa influisce su tutte le mie decisioni. Voi, invece, potreste essere attratti e sfidati dalla storia del giovane ricco. Grazie a questa particolare risonanza, voi abbracciate una spiritualità di radicale semplicità. Modellate la vostra vita su quella del Gesù povero, che “annullò se stesso, assumendo la condizione di schiavo” (Fil 2,7). Il fatto che abbiamo reazioni diverse al Vangelo non significa che uno di noi viva in modo più autentico dell’altro. Tuttavia, ognuno di noi sta scegliendo – o è stato scelto! – vivere la unica spiritualità cristiana in modo particolare e con un’enfasi distintiva.

Estratto da God Ever Greater: Exploring Ignatian Spirituality di Brian O’Leary SJ (p.25)

Per saperne di più

Mi ami e basta?

Mi ha aiutato molto quando Papa Francesco ha scritto ne “La gioia del Vangelo (n. 6)”: “Quando tutto è detto e fatto, io sono infinitamente amato”. Questa universale affermazione della tua visione di me, Signore, significa che, per quanto io ti possa deludere, tu ti compiaci di me così come sono.

Così come il sole mi riscalda senza alcuna discriminazione, tu non hai bisogno di fare una scelta per amarmi: semplicemente lo fai! Spesso preferirei che non intervenissi nella mia vita come fai tu, ma se riesco a credere che il tuo amore per me è incondizionato, totale, come il calore del sole, posso ben sostenere quello che mi capita. Semplicemente mi ami!
Estratto da I Am Infinitely Loved: A Month of Meditations di Brian Grogan SJ (p.8)

Per saperne di più

Questo è Gesù, il re dei Giudei”.

Alle tre del pomeriggio ci fu il buio e un grande terremoto. Era come se le fondamenta dell’inferno stessero tremando, ma la potenza dell’amore di Cristo era imbattuta e inestinguibile. La gioia della Pasqua doveva ancora arrivare, ma la vittoria era stata conquistata il Venerdì Santo. Nella comunione delle sofferenze di Cristo per noi risiede la nostra salvezza, ed è per questo che pensiamo profondamente alle Parole tratte da lui nelle ore della sua sofferenza. Se distogliamo lo sguardo dalla croce siamo perduti; se non riusciamo a contemplare la grandezza dell’offerta gratuita della sua vita, allora non saremo mai attratti dalla croce con lui e passeremo la nostra vita in occupazioni minori. Tutta la nostra fede è determinata dagli eventi di questo giorno; tutto il resto contribuisce alla nostra salvezza, ma la croce di Gesù ne è il cuore. Il fatto che Gesù abbia resistito fino alla fine e non abbia scelto di scendere dalla croce è il motivo per cui i cristiani vivono la vita che fanno e venerano il simbolo della croce come il significante più potente e centrale della loro fede. È il motivo per cui milioni di cristiani si riuniscono ai piedi della croce il Venerdì Santo.

Estratto da Le sette parole di Cristo dalla croce di John Mann (Introduzione)

Per saperne di più

La gioia dell’appartenenza

Il percorso verso un futuro migliore, il futuro che Dio desidera per noi, inizia nel cuore umano, nel nostro desiderio di appartenenza. In questi desideri c’è la strada per uscire dalle crisi, nostre e del mondo. Rigenerando i legami che ci legano, vivificandoci per ricevere il dono che è la nostra vita e il nostro mondo, dobbiamo prima conoscere e sperimentare il Donatore, che è già qui, ad aspettarci. Non c’è manuale migliore per questo degli Esercizi spirituali di Ignazio, e non c’è guida spirituale più grande nel nostro tempo di Francesco, il primo Papa gesuita del mondo.

Estratto da First Belong to God : On Retreat with Pope Francis di Austen Ivereigh (p.15)

Per saperne di più

Interpretare il momento…

Mancava quella “benedetta consapevolezza che siamo parte gli uni degli altri, che siamo fratelli e sorelle gli uni degli altri”, come ha spiegato Francesco in Fratelli Tutti (32). Questo può essere compreso solo attraverso una lente spirituale. Per Francesco, la chiave della nostra capacità di affrontare e crescere attraverso queste crisi è una triplice appartenenza: a Dio, alla creazione e gli uni agli altri. La perdita del senso di appartenenza a un’unica famiglia umana che fa parte della creazione ha le sue radici nella nostra chiusura nei confronti del nostro Creatore. Il risultato è che non siamo affatto preparati a gestire la transizione verso un futuro migliore.

Estratto da Prima di tutto appartenere a Dio In ritiro con Papa Francesco di Austen Ivereigh (p.14)

Per saperne di più

Ogni cristiano è coinvolto in una battaglia che definisce la sua vita.

È una lotta per superare la tentazione di chiuderci in noi stessi, affinché l’amore del Padre possa trovare la sua casa in noi. Quando facciamo spazio al Signore che ci salva dalla nostra autosufficienza, ci apriamo a tutta la creazione e a ogni creatura. Diventiamo canali della vita e dell’amore del Padre. Solo allora ci rendiamo conto di cosa sia veramente la vita: un dono del Padre che ci ama profondamente e desidera che apparteniamo a lui e gli uni agli altri”. Papa Francesco

Estratto dalla prefazione di Papa Francesco a Prima di tutto appartengono a Dio: in ritiro con Papa Francesco di Austen Ivereigh (p.11)

Per saperne di più